giovedì 14 marzo 2013

La mia lettera a Luca Daddi: "I campi rom e il fallimento della politica"



“Caro Daddi, sono Stefano Fabbri, ex presidente delle Acli Pisane dal 2000 al 2006, oggi membro dell’Assemblea comunale del Pd e del direttivo dell’associazione A Proposito di Pisa. In quest’ultima veste sono stato uno dei promotori della richiesta di primarie per l’individuazione del candidato sindaco Pd per il Comune di Pisa, richiesta poi respinta nell’Assemblea comunale del Pd nell’ottobre scorso.
Leggo sul tuo ottimo blog Poltrone Pisane due post decisamente interessanti: da un lato l’elezione a presidente provinciale Acli del mio fraterno amico Giacomo Martelli, che fu a suo tempo il segretario generale dell’associazione sotto la mia presidenza. Dall’altra le esternazioni, alquanto discutibili, di Raimondo Pistoia sul problema rom in città.
Le due cose sono legate da un filo ideale: le Acli pisane, sia sotto la presidenza di Federico Gelli che successivamente sotto la mia e in seguito quella di Emiliano Manfredonia, possono essere a buon titolo annoverate tra i soggetti che, come dice Pistoia, hanno trascinato la politica a Pisa “su terreni solidaristici di inimmaginabile sostenibilità e oggi se ne pagano le conseguenze”.
Ovviamente ogni libero cittadino, ha il sacrosanto diritto – riconosciuto dalla Costituzione – di esprimere le posizioni che ritiene opportune; mi permetto però di osservare come – nella particolare posizione in cui viene a trovarsi Pistoia, che peraltro anche tu riconosci nel tuo post – un minimo di attenzione e giudizio siano richiesti.
A questo proposito mi preme ricordare come le posizioni del Pd nazionale, espresse in più occasioni, vadano in senso ampiamente contrario rispetto a quanto sostenuto. In particolare il Pd è in prima fila tra i promotori e sostenitori di una legislazione tesa a favorire l’integrazione delle minoranze rom e sinti in Italia, iniziativa che si pone nel solco di una riflessione politica e legislativa sul tema delle minoranze etniche che lo stesso Parlamento Europeo in più occasioni ha sollecitato.
Sarebbe interessante sapere se – come tu stesso ti domandi sul tuo blog – le posizioni ed i toni espressi siano in qualche modo condivisi dall’assessore Ciccone che, in tal caso, a mio avviso, dovrebbe trarne qualche conseguenza.
La stessa domanda potrebbe essere posta al segretario comunale del Pd con il quale, anche personalmente, ho avuto modo di discutere del problema specifico trovandoci spesso su posizioni distanti, ma entrambi consapevoli della necessità di non alimentare con iniziative fuori luogo sentimenti di xenofobia o razzismo. Pisa è una città che – nonostante ciò paia disturbare oltremodo – negli anni ha dimostrato una forte capacità di accoglienza e mobilitazione, basti pensare all’attività di Africa Insieme, della Caritas Diocesana o del volontariato laico e cattolico, ad iniziative come quella di “Città Sottili”. Su questi temi i partiti invece paiono avere più difficoltà forse perché il tema va a toccare corde nel sentire comune che pericolosamente agiscono sulla leva del consenso. E’ innegabile che la situazione a Pisa oggi abbia un carattere per molti aspetti emergenziale la cui soluzione non può però essere delegata alla sola iniziativa di “prefetti e questori” come qualcuno da più parti, anche nel Pd, auspica.
A volte una parola non detta contro il razzismo pesa più di tanti discorsi sull’integrazione: il problema nasce quando anche a sinistra dobbiamo spesso ricordarci di questo fondamentale principio. Va confutato uno dei pregiudizi più diffusi per cui i rom vivrebbero nei campi per scelta: i rom vivono nei campi perché per decenni non abbiamo dato loro nessuna alternativa. Quindi scagliarsi oggi contro il sovraffollamento o le realtà insostenibili come quella di Oratoio niente altro è se non il riconoscimento del fallimento della politica, locale certo, ma anche, e qui Pistoia ha ragione, dei Comuni e Province limitrofe.
Per me, come per molti amici con cui mi sono confrontato prima di scriverti questa mail, eliminare il degrado dei campi rom deve essere un obiettivo preciso, così come lo devono essere l’affermazione e la difesa dei principi di pari dignità, di tutela dei minori, dell’uguaglianza di genere e di non discriminazione”.http://daddi-livorno.blogautore.repubblica.it/2013/02/25/i-campi-rom-e-il-fallimento-della-politica/

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