giovedì 14 marzo 2013

E questo è quello che dice l'altro Stefano (Landucci) ...


Landucci, il consigliere Pd si ispira al cardinal Martini


Settemila e oltre. Tanti i voti che il Partito democratico ha perso a Pisa alle ultime politiche rispetto al 2008.
Lo dice Stefano Landucci, consigliere comunale Pd, ricordando come “con molti amici e con l’associazione A Proposito di Pisa avevamo da tempo lanciato un allarme: in tanti cittadini, elettori del Pd, si percepisce una distanza crescente rispetto alle scelte, a livello locale come nazionale, del mio partito”.
“L’allarme – prosegue Landucci – si è rivelato fondato e i fatti, purtroppo, parlano chiaro: in città, alle ultime elezioni politiche, il Pd ha lasciato per strada oltre settemila voti”.
Landucci fu tra coloro che nell’autunno scorso chiesero le primarie per la scelta del candidato sindaco. Il progetto non andò in porto, ma l’obiettivo – ricorda il consigliere – era “portare all’attenzione del centrosinistra pisano alcuni temi che riteniamo cruciali per il programmas di governo della città. Temi che stanno diventando, almeno sulla carta, patrimonio di molti”.
Landucci dà un’apertura di credito a Marco Filippeschi: “Pur mantenendo dubbi e preplessità, che nascono dalle esperienze recenti, voglio guardare con fiducia e leggere in modo costruttivo le aperture del documento programmatico del sindaco”, ricandidato dal centrosinistra alle amministrative di maggio.
Poi il consigliere, per il quale l’ascolto dei cittadini è “una strada da intraprendere con decisione”, lancia alcuni spunti di riflessione, “sperando che possano contribuire a un dibattito costruttivo”.
E qui arrivano le dolenti note, perché Landucci marca una certa distanza dalle scelte dell’amministrazione di Palazzo Gambacorti.
Punto primo: “A Pisa – sottolinea Landucci – si è costruito troppo: un ulteriore sviluppo edilizio e urbanistico deve essere fatto a volumi zero. Partendo da questo principio si devono rivedere alcuni progetti: ad esempio, è necessario fare marcia indietro rispetto nella prima commissione consiliare per una variante al piano strutturale che prevede anche l’ipotesi di costruire una nuova area congressuale in zona aeroporto”.
Punto secondo: “Serve un indirizzo politico inequivoco sulla difesa dei beni comuni: occorre dare effettiva attuazione all’esito del referendum sulla gestione pubblica dell’acqua”.
Punto terzo: “Si deve rafforzare il dialogo con chi si offre come riferimento per spazi di socialità, come il Teatro Rossi o il Municipio dei Beni Comuni, spazi restituiti alla comunità che nei fatti svolgono molte e utili attività sociali e culturali. Si devono inoltre restituire al mondo associativo gli spazi delle ex circoscrizioni per incrementare la voglia e il bisogno d’incontro che il territorio esprime. Credo fermamente che non si possano governare i problemi e i conflitti sociali del nostro territorio con ordinanze, questa modalità appartiene al passato. Piuttosto si valorizzi quanto, sugli stessi temi, viene già messo in atto attraverso il terzo settore”.
Punto quarto: “Si deve porre maggiore attenzione alle periferie, troppo spesso oggetto di degrado e incuria, favorendo investimenti diffusi che contribuiscono a migliorare la qualità della vita”.
Secondo Landucci,  i cittadini “chiedono a chi amministrerà Pisa maggiore attenzione al quotidiano. Se cogliamo la sfida della vivibilità e rendiamo Pisa un luogo d’incontro, saranno tanti di più quelli che sceglieranno di viverci (o di tornarci)”.
Il consigliere Pd conclude con alcune parole del cardinale Martini: “Non occorre necessariamente avere davanti agli occhi una città ideale, ma almeno un ideale di città. Una città fatta di relazioni umane responsabili e reciproche, che ci stanno dinnanzi come un impegno etico. La città non è, dunque, il luogo da cui fuggire a causa delle sue tensioni, dove abitare il meno possibile, ma il luogo nel quale imparare a vivere”.

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